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Scuola Dottorale

Valerio Cerri

Valerio Cerri
valerio.cerri(AT)unifi.it

dottorato 
Architettura, progetto, conoscenza e salvaguardia del patrimonio culturale

curriculum 
Progettazione Architettonica e Urbana

ciclo
XXXVIII


Architetto e Dottorando in Progettazione architettonica e urbana. Si forma presso la Scuola di Architettura dell’Università di Firenze, dove si laurea con lode e dignità di pubblicazione discutendo la tesi in progettazione architettonica dal titolo Le lunghe Navi - recupero dell’area Viareggio Scalo, nuova sede GAMC, con relatore Prof. Fabrizio F.V. Arrigoni, correlatori Prof. Fabio Lucchesi e Giovanni Cardinale. La tesi nel 2022 vince il Premio Carlo Pucci nella categoria progettazione. Da Dicembre 2021 a Giugno 2022 è titolare presso il DIDA di una borsa di ricerca dal titolo Adaptive Skin. Med- EcoSuRe – Mediterranean University as Catalyst for Eco-Sustainable Renovation. Nel corso degli anni collabora e lavora presso diversi studi fiorentini, e dal 2016 prosegue l’attività di ricerca come collaboratore alla didattica e poi cultore della materia presso il laboratorio di progettazione architettonica V del Prof. F.F.V. Arrigoni.

Interessi scientifici

Si occupa di architettura mediterranea, con attenzione ed analisi tipologica delle costruzioni rurali e spontanee come influenza nel contesto socio-culturale. Interesse particolare nel disegno e composizione dello spazio architettonico della casa legato alla struttura, materia e luce in relazione all’azione umana.

Titolo della tesi

Josè Antonio Coderch y de Sentmenat: “Vivienda”, un’espressione della casa mediterranea.

Tutor

Prof. Fabrizio F.V. Arrigoni

Abstract

La conclusione del secondo conflitto mondiale segna l’apertura di un ciclo nuovo nel panorama architettonico europea. Gli architetti Josè Antonio Coderch (1913-1984) e Gio Ponti (1891-1979) sono tra gli autori responsabili di un riesame delle sintassi ereditate dal Neues Bauen; ricerche e legami con le tradizioni dell’abitare, che rintracciano nel rapporto tra artefatto e natura una risorsa del progetto. Le costruzioni vernacolari lungo la costa iberica e le fenomenologie della casa mediterranea si rivelano matrici prime del lavoro di Coderch: architetture di mediazione tra modernità e “tradizione viva”, che condivide e riformula alcune riflessioni pubblicate da Gio Ponti sulla rivista “Domus” intorno agli anni Trenta. L’articolazione spaziale, il disporsi libero del setto murario nell’impaginato planimetrico e sua proiezione-continuazione nel paesaggio, i diaframmi della tradizione per la calibrazione della luce, trovano analogie e confluenze con alcuni nodi del pensiero pontiano quali lo spazio della soglia, la continuità tra interno ed esterno, e le fughe prospettiche dell’ambiente domestico in connessione all’azione umana.

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